Una corretta nutrizione è fondamentale per consentire alla vite da vino di superare gli stress abiotici nel migliore dei modi, preservando produttività e qualità dei grappoli. In questo i biostimolanti possono giocare un ruolo cruciale, soprattutto se integrati nella strategia agronomica con una logica preventiva, in modo da assicurare protezione alla pianta e una fisiologia efficiente, sia a livello fotosintetico che nell'utilizzo dell'acqua.

 

I principali stress abiotici su vite

Gli stress abiotici sono strettamente collegati all'andamento meteo climatico: alte e basse temperature, carenza idrica, radiazione luminosa eccessiva. Questi eventi impattano sulla fisiologia della pianta, a partire dalla capacità fotosintetica, ripercuotendosi sul metabolismo primario e secondario della vite e quindi sui parametri produttivi e poi su quelli qualitativi.

 

Davanti agli stress idrici o da alta radiazione, la vite disattiva il metabolismo: le foglie smettono di lavorare, l'attività fotosintetica viene fortemente limitata e così si ha un crollo vegetativo, il tralcio non cresce come dovrebbe e si assiste a un calo di produzione qualitativa e quantitativa. Tra l'altro condizioni come queste compromettono anche la stagione successiva, rendendo ad esempio difficile anche la potatura.

 

Sull'origine di questi stress si può fare ben poco, ma i produttori possono affrontarli in modo multidisciplinare e comprensivo di diverse tecniche agronomiche, da una corretta gestione del suolo del vigneto fino all'utilizzo di biostimolanti specifici per questo tipo di avversità abiotiche.

 

Che cos'è Eranthis

Eranthis è il nuovo biostimolante Ce non microbico (Reg.Ue 2019/1009) sviluppato dal Centro Ricerche di Greenhas Group per la mitigazione degli stress abiotici. La sua formulazione si basa su estratti di lievito, alghe brune e matrici peptidiche selezionate.

 

Quando applicato preventivamente sulle piante, Eranthis è in grado di attivare i processi metabolici legati alla produzione di sostanze antiossidanti che svolgono un'azione protettiva contro i danni derivanti dalle avversità abiotiche, consentendo alla vite di mantenere un livello adeguato di efficienza fotosintetica anche in condizioni critiche. La maggior efficienza fotosintetica si riflette in una buona concentrazione degli zuccheri nell'acino e un buon mantenimento dell'acidità della bacca.

 

La mitigazione degli stress abiotici emerge anche nella migliore gestione delle riserve idriche: l'aumento del potenziale idrico della pianta è direttamente collegato alle dimensioni delle bacche e quindi contiene le perdite produttive. L'azione di Eranthis - consentito anche in agricoltura biologica - migliora poi il profilo fenolico, assicurando così i fondamentali di una produzione vinicola di qualità: promuove un aumento dei polifenoli totali, preserva gli antociani potenziali e incrementa quelli estraibili, e infine riallinea la maturazione tecnologica a quella fenolica. 

Eranthis e la prova su Chardonnay

Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca coltivato in tutte le aree viticole italiane, usato anche come base per i vini spumanti. Per un metodo classico o un bianco fermo è molto importante preservare l'acidità della bacca, ma gli stress termici e le alte radiazioni tendono a far precipitare questo parametro nel mosto, rischiando di perdere la freschezza del vino. 

 

Greenhas Group lo scorso anno ha effettuato una prova proprio su un vigneto di Chardonnay ad Acqui Terme (Al), in un contesto climatico caratterizzato da scarse precipitazioni e un forte picco di temperature (superiore ai 40 gradi centigradi)  nel pre vendemmia. La siccità prolungata e alti valori di radiazione registrati per tutto il mese prima della vendemmia, hanno indotto uno stress combinato che ha portato nel vigneto testimone a una riduzione della superficie fogliare e dell'efficienza fotosintetica, ustioni sui grappoli, perdite di produzione e riduzione della qualità, con uno sviluppo ridotto di tutte quelle sostanze utili al profilo aromatico del vino.

 

Nel vigneto trattato con Eranthis, invece, l'attività fotosintetica delle foglie è stata preservata, la superficie fogliare era maggiore e fungeva da schermo e protezione naturale contro le scottature: una foglia ampia e distesa, infatti, ombreggia il grappolo ed evita ustione dirette. Le scottature, grazie all'impiego del biostimolante, sono state dimezzate rispetto al testimone, inoltre ne hanno beneficiato tutti i parametri produttivi, compresi gradi Brix e acidità. 

 

Proprio l'acidità delle uve e dei mosti è solitamente penalizzata nelle stagioni calde e siccitose, ma nell'ultima settimana pre vendemmia Eranthis è riuscito a contenere gli effetti negativi di questi stress abiotici. Infine, i trattamenti con il biostimolante di Greenhas Group hanno aumentato la concentrazione di acido malico, fondamentale per la freschezza dei vini base spumante.

 

Carenza idrica, come agisce Eranthis?

A livello agronomico Eranthis preserva il potenziale idrico del fusto della vite e aumenta la Water Use Efficiency fisiologica e agronomica, determinando così un maggior volume produttivo per litro di acqua disponibile.

 

Preservazione del profilo fenolico nelle varietà a bacca rossa

Gli stress idrici e termici riducono la sintesi dei polifenoli e l'estraibilità degli antociani, quelle sostanze precursori degli aromi e delle caratteristiche organolettiche al vino. Preservare la maturazione fenolica è dunque un aspetto fondamentale per non ottenere vini appiattiti, ed Eranthis favorisce una corretta maturazione fenolica e la avvicina alla maturazione tecnologica, permettendo così ai produttori di avere più flessibilità sulla data di vendemmia e dando loro la possibilità di sviluppare una qualità organolettica ottimale. 

 

Consigli di utilizzo per Eranthis

Eranthis è un biostimolante che va applicato su vite da vino in via preventiva, in modo che la pianta sia sempre pronta a reagire davanti a condizioni di stress. Si consiglia un dosaggio di 2 litri ad ettaro e può essere usato in miscela con altri agrofarmaci, rameici compresi.

Le applicazioni suggerite sono quattro: pre fioritura, allegagione, pre chiusura del grappolo e invaiatura. Sono quattro momenti critici del ciclo fenologico della vite, in cui la pianta ha bisogno di energia per esprimere il massimo potenziale e riuscire così a portare in cantina uva di qualità.

 

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