Le trattative per le intese di Programma Quadro sul Pomodoro da Industria tra organizzazioni di produttori e industriali conservieri segnano il passo sia nel bacino del Centro Sud Italia che in quello del Nord. E a quanto sembra di capire forse una prima intesa nel Nord potrebbe più facilmente sbloccare quella del Centro Sud, stando almeno ad una nota diffusa l'8 marzo da Gennaro Velardo, che coordina le Op del Centro Sud, e da un comunicato stampa di Coldiretti Puglia, diramato ieri, 9 marzo 2023.

 

Op, al Centro Sud nulla di fatto

"Nel pomeriggio di martedì 7 marzo, su condiviso proposito di riprendere i lavori tesi a raggiungere un'intesa per la prossima campagna pomodoro, si è incontrata una delegazione di Op operanti nel bacino Centro Sud ed una delegazione industriale, composta tra gli altri dal presidente Anicav" segnala la nota delle Op del Sud.

 

Ma la presenza del presidente degli industriali conservieri Marco Serafini non è bastata a chiudere la trattativa positivamente. Anche se "Nel corso della riunione è emersa evidente la necessità di trovare a breve un'intesa di Programma per la prossima campagna" continua la nota diramata nel pomeriggio dell'8 marzo da Velardo.

 

Secondo le organizzazioni di produttori del Sud "Reciproci sono stati gli inviti a condividere percorsi di avvicinamento delle posizioni. Allo stato restano confermati i quantitativi di prodotto da avviare alla trasformazione, incrementati di un 8% rispetto al 2022, ma resta ferma l'offerta industriale di un prezzo contrattuale di 140 euro alla tonnellata per il tondo e 145 euro tonnellata per il lungo".

 

La nota riferisce testualmente che la delegazione di Op "ha respinto la proposta invitando la parte industriale a più approfondita valutazione, anche in virtù degli accordi raggiunti e/o in corso in altre aree produttive italiane ed europee".

 

Anche al Nord trattativa ferma

"Serve una stretta per riconoscere ai produttori di pomodoro un prezzo che in Puglia deve partire dagli elevati costi di produzione, dando giusto seguito alla Legge sulle pratiche sleali, quando nel 2022 è andata persa una bottiglia di pomodoro su 5, a causa del clima e dei negativi effetti del conflitto in Ucraina". È quanto afferma Coldiretti Puglia, alla luce della trattativa tra Op e industriali conservieri dell'area Nord per il prezzo del pomodoro indicativo relativo alla campagna 2023. Secondo l'Organizzazione agricola la trattativa, ancora in corso, "faticherà a chiudersi e ad oggi è in pieno stallo", con un prezzo di riferimento offerto al Nord "di 150 euro a tonnellata".


Con il rincaro dei costi energetici che si è trasferito a valanga sui costi di produzione, nel 2022 - ricorda Coldiretti Puglia - produrre un ettaro di pomodoro lungo è costato agli agricoltori in media 3.500 euro in più, mentre allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro.

 

"È vitale che venga riconosciuto il giusto prezzo al prodotto ed il corretto valore dato dall'origine in etichetta, per salvaguardare i produttori ed i consumatori, con il marchio comunitario Dop, che rappresenta un plus in termini di distintività", afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

 

Fondamentale - secondo Coldiretti - è inoltre il ruolo dei contratti di filiera che garantiscono un prezzo equo e stabilità al mercato, tenendo conto sempre "dell'equità di una remunerazione congrua che non alimenta eventuali speculazioni in momenti di confusione". Si rende necessario, infatti, uscire immediatamente con un prezzo congruo dovuto anche al rispetto dell'eticità del prodotto che sempre più deve avere un ruolo fondamentale nella strategia di marketing del pomodoro di Capitanata.

 

La Puglia - secondo uno studio commissionato da Coldiretti Puglia all'Università di Foggia - detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all'interno di una filiera del Sud Italia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari coltivati, mentre in Campania pervengono in produzione 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.

 

La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale con una superficie media annua di 15mila ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).