Il biologico è un settore che mostra vitalità, con un crescente apprezzamento da parte dei consumatori e un tessuto di aziende sempre più radicato sul territorio. Per questo siamo impegnati a migliorare il sistema di garanzie che è alla base dello sviluppo del comparto. Il Sistema informativo biologico che abbiamo istituito e reso operativo utilizzando la struttura del Sian, ci consentirà di andare proprio in quella direzione: aumentare la trasparenza, rendere più efficiente il sistema di controllo per l'agricoltura biologica e ridurre il carico burocratico per gli operatori”.

Così il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha commentato l’avvio a partire dal 1° ottobre dell’operatività del Sib, Sistema di informatizzazione delle aziende biologiche.

Lo sviluppo dell'applicazione informatica e la definizione delle relative norme – ha proseguito il ministro - hanno rappresentato un importante sforzo dell'amministrazione: si è voluta avviare una profonda riorganizzazione del settore, partendo proprio dalla standardizzazione e condivisione dei dati tra i soggetti coinvolti, nelle diverse responsabilità, alla gestione del sistema dell'agricoltura biologica”.

Il Sistema, che va ad integrare le funzionalità del Sian, Sistema informativo agricolo nazionale, utilizzandone anche le banche dati certificate, offre la possibilità alle imprese dell'agroalimentare di avviare in maniera telematica l'iter amministrativo per il riconoscimento dello status di operatore biologico.

Grazie al nuovo sistema per il biologico, infatti, tutte le informazioni già contenute nel fascicolo aziendale del Sian non dovranno più essere trascritte ed inviate alle diverse amministrazioni e agli enti competenti, ma saranno contenute nella nuova "notifica on line" che le renderà automaticamente disponibili agli utenti del sistema.

Il percorso previsto dal progetto di informatizzazione per il biologico prevede ancora altri passaggi: a breve verrà infatti sviluppata l'integrazione a livello nazionale dei sistemi informativi che alcune regioni hanno sviluppato in maniera autonoma proprio sul biologico.


Il biologico in Italia

Le parole del ministro Catania trovano conferma nei dati diffusi dal dossier “Bio, benessere garantito” di Aiab, Coldiretti e Legambiente in occasione della 13° edizione della Biodomenica, la giornata dedicata all’agricoltura biologica, che si è svolta la scorsa domenica, 7 ottobre, nelle principali piazze italiane.
Il mercato del bio continua a crescere nonostante la crisi: 7 cittadini su 10, infatti, acquistano bio e l’Italia rimane il principale produttore europeo in termini di quantità e diversità delle produzioni con i suoi 1.100.000 ettari certificati

In Italia il settore biologico registra un fatturato di circa un miliardo e 550 milioni di euro l’anno, sono 1.096.889 gli ettari investiti nelle coltivazioni biologiche, per cui il Belpaese risulta al settimo posto nella classifica mondiale con il 3% circa della superficie complessiva, valutata sui 37 milioni di ettari. Il settore degli operatori risulta in crescita dell’1,3% rispetto al 2010 con 48.269 operatori. E' la Sicilia la regione con più aziende bio, seguita dalla Calabria, mentre per le aziende di trasformazione impegnate nel settore spicca l’Emilia-Romagna seguita da Lombardia e Veneto.

L'acquisto di prodotti biologici è aumentato dell'8,9% su base annua, e anche se segna un leggero rallentamento rispetto al tasso di crescita del 2010, è in chiara controtendenza con la riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari convenzionali.
Il cibo bio più consumato in termini di spesa è ancora rappresentato dalle uova, grazie anche al buon incremento registrato rispetto al 2010 (+21,4%), ma gli aumenti nei consumi si rilevano soprattutto per i prodotti lattiero-caseari con una crescita degli acquisti nel 2011 del 16,2% e per altri alimenti come biscotti, dolciumi, snack (+16,1%) e bevande analcoliche (+16%).
Meno rilevanti gli aumenti per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria principale tra i prodotti biologici consumati, raggiungendo un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore.
 
La crescita degli acquisti nel corso del 2011 è più accentuata al Sud (+19,2%), anche se le regioni settentrionali mantengono un peso preponderante, con oltre il 70% di incidenza sul totale, confermando una forte propensione al consumo rispetto a una vocazione produttiva tipica invece delle regioni del Centro-Sud.