I produttori italiani usano sempre meno agrofarmaci: lo certifica l'Istat che, nel suo rapporto sulla distribuzione per uso agricolo dei prodotti fitosanitari, certifica un calo dell'1% nel 2011 rispetto al 2010 e del 3,6% nel decennio 2001-2011.

 

A crescere (moderatamente) sono solo i fungicidi e i prodotti vari (rispettivamente +3,2% e +4,8%), mentre gli insetticidi si riducono del 2,1% e gli erbicidi del 14,4%.
Aumenta la quantità distribuita di prodotti nocivi (+22,9%), mentre i prodotti non classificabili e quelli molto tossici e tossici si riducono rispettivamente del 7,5% e 2,6%.
Diminuisce dell'1,3% la quantità di principi attivi contenuti nei preparati distribuiti per uso agricolo, di cui i fungicidi rappresentano il 61% del totale, gli insetticidi e gli acaricidi il 10,7%, gli erbicidi l'11,9%, i vari il 15,9% e i biologici lo 0,5%.
 Si riduce anche la quantità dei principi attivi consentiti in agricoltura biologica e contenuti nei prodotti fitosanitari (-8,4% rispetto al 2010).
La concentrazione dei principi attivi nei prodotti fitosanitari mostra una sostanziale stabilità rispetto al 2010, passando dal 49,5 al 49,6%.
Come nel 2010, anche nel 2011, il numero di trappole diminuisce, registrando un calo dell'8,7% rispetto all'anno precedente.

 

Sono le regioni settentrionali a distribuire la maggior quantità di prodotti fitosanitari (50,9%) precedendo il Sud (37,1%) e il centro Italia (12%), dati piuttosto in linea con quanto rilevato l'anno precedente sul 2010.

 

"I costanti investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle aziende del settore, pari a circa il 6% del loro fatturato complessivo, sono esplicito segnale dell'adozione di tecnologie sempre più avanzate e rispettose dell'ambiente, che hanno permesso una costante riduzione delle dosi d'impiego" ha commentato Agrofarma, l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica. 

 

Nel ventennio 1990-2010, infatti, si è registrato un calo del 32% nel consumo nazionale di agrofarmaci, passando dalle 141.200 tonnellate del 1990 alle 95.830 del 2010. "La ricerca promossa dalle aziende associate produce ricchezza e conoscenza, contribuendo a sostenere l'eccellenza della nostra agricoltura a livello sia europeo che globale" ha sottolineato l'Associazione.

"I dati resi noti dall'Istat arrivano a conferma di una cultura agricola che va sempre più evolvendosi verso l'utilizzo intelligente, da parte degli operatori del settore, di tutti i mezzi tecnici oggi a disposizione" ha dichiarato Andrea Barella, presidente di Agrofarma. "La produzione integrata, ad esempio, è emblema di un approccio che consente di impiegare agrofarmaci solo se strettamente necessario sulla base di previsioni meteo e di infestazioni delle colture da parte dei parassiti, in linea con le indicazioni sul tema fornite dalle politiche agroambientali comunitarie e nazionali" ha concluso Barella.