La siccità ha provocato un aumento delle aflatossine nel mais. Lo ha reso noto il Cap Rovigo e Cap Ferrara in un comunicato in cui si precisa inoltre che Luca Bellotti del Pdl sta presentando una mozione per ottenere una deroga ai limiti imposti a livello europeo, ma che permetterebbero al mais italiano di entrare sul mercato, rispettando comunque i limiti di tossicità previsti, ad esempio, dalla normativa americana.
 

Come Consorzio agrario, è importante che a livello mondiale ci sia una certa uniformità in materia, per evitare che in un mercato globale i limiti eccessivamente restrittivi colpiscano gli agricoltori europei e italiani in particolare – afferma Giampiero Martini vicecommissario del Cap Rovigo e vicepresidente del Cap di Ferrara –. Sosteniamo, infatti la proposta di Luca Bellotti affinché, nelle more di una rivalutazione globale, gli agricoltori italiani già duramente colpiti possano immettere sul mercato il prodotto che rispetterebbe la normativa statunitense, ma non quella europea”.
 

Ma che cosa sono le aflatossine? Si tratta di micotossine - informa il Cap Rovigo e Ferrara - prodotte da specie fungine appartenenti alla classe degli Ascomiceti (genere Aspergillus) oppure da alcune muffe che si trovano in particolare nelle aree caratterizzate da un clima caldo e umido. Le aflatossine sono tossiche e cancerogene. L’Unione europea ha stabilito, con il regolamento (Ce) n. 1881/2006 e la direttiva 2002/32/Ce, i livelli massimi consentiti per l’immissione degli alimenti sul mercato, comprese le materie prime per i mangimi. Le aflatossine si possono sviluppare nelle arachidi, nella frutta a guscio, nel granoturco, nel riso, nei fichi e in altra frutta secca, nelle spezie, negli oli vegetali grezzi e nei semi di cacao, a seguito di contaminazioni fungine avvenute prima e dopo la raccolta.
Le variazioni climatiche che stanno intervenendo in Italia, e in particolare nella pianura padana, stanno creando problemi anche su questo fronte. Dai primi dati relativi alla raccolta 2012, si è riscontrato un aumento di aflatossine nel mais non particolarmente significativo, ma sufficiente a far superare i limiti imposti dalla normativa europea: lo sforamento determina l’impossibilità di immettere quel prodotto sul mercato.
 

Il dibattito sul tema è aperto visto che i livelli massimi consentiti sulle aflatossine non sono uguali in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il livello consentito è decisamente più alto rispetto a quello imposto dall’Europa e questo crea un problema di difformità che colpisce soprattutto gli agricoltori europei e quelli mediterranei in particolare.
 

Su questo tema ha preso posizione Bellotti che sta preparando un documento da presentare alla Commissione agricoltura della Camera affinché il ministro intervenga con una rogatoria che possa tutelare gli agricoltori pur mantenendo la sicurezza alimentare dei consumatori.